Dall'etimologia incerta (direi
incertissima: gli studiosi hanno formulato ben più di
una decina di ipotesi!) il nome di Caravaggio appare per la
prima volta in un documento del 27 novembre del 962: "in villa
que dicitur Caravagio" il conte Giselberto, feudatario della
Contea Bergomense, tiene corte di giustizia in veste di
rappresentante dell'imperatore. Di quello che avviene prima di
questa data non si ha notizia esplicita: sul processo di
formazione di Caravaggio manca ogni testimonianza. Quello che
sembra certo è che la sua origine non sembra essere
romana ma che piuttosto la sua nascita sia da legarsi agli
insediamenti longobardi.
I documenti che la riguardano continuano ad essere scarsi fino al
XII secolo.
In un documento del 22 novembre 1182 viene citato per la prima
volta il Comune Caravagii che risulta essere il Comune più
antico della Gera d'Adda. Nel 1186 il Barbarossa assegna quasi
tutta la Gera d'Adda, Caravaggio compresa, alla communitas
mediolanensis. Le guerre e le occupazioni che da qui si dipanano,
fino al Risorgimento, sono la storia infinita di Caravaggio.
Resti della base di un torrione
delle mura medievali
Nel 1335 la troviamo occupata da Azzone
Visconti che vince a Vario l'esercito della Santa Sede. Con lui
inizia il dominio della dinastia viscontea.
Fra alti e bassi (vedi le rivalità tra i vari Comuni, in
particolare fra Caravaggio e Treviglio), si torna alla guerra vera
e propria, questa volta con Venezia.
Nel 1437 Caravaggio è occupata dalle truppe venete comandate
da Francesco Sforza, che, passato alla Repubblica Ambrosiana, la
rioccupa per conto dei milanesi sconfiggendo le truppe del
Colleoni.
Assunta la Signoria di Milano, lo Sforza viene a patti con Venezia
e le cede con la Gera d'Adda anche Caravaggio che ritorna sotto
Milano nel 1452. Dopo qualche anno di tranquillità riecco i
tempi bui annunciati dall'arrivo di Luigi XII, alleato dei
veneziani. Da allora (1499) guerre e saccheggi caratterizzano la
vita del borgo che nonostante tutto, verso la fine del XVI secolo,
ritrova un certo benessere. Ma la ripresa non dura molto. Un'altra
catastrofe attendeva Caravaggio: la discesa dei Lanzichenecchi nel
1629, i quali al saccheggio aggiunsero la peste che decimò
la popolazione riducendola di un terzo.
Agli spagnoli nel 1707 subentrarono gli austriaci. Il passaggio non
diede luogo ad avvenimenti di rilievo. Incolore lo fu tutto il
secolo XVIII.
Nel maggio del 1796 le truppe di Napoleone Bonaparte occupano la
Gera d'Adda e con essa Caravaggio, che, nella nuova ripartizione
territoriale francese, abbandona la provincia di Lodi in cui
l'Austria l'aveva collocata ed entra a far parte di quella di
Bergamo. Napoleone cade e l'Austria rioccupa la Lombardia.
Ma siamo ormai alle guerre risorgimentali dopo le quali Caravaggio
trova finalmente un poco di tranquillità. Alla fine del XIX
secolo Caravaggio conta novemila abitanti ma la crescita è
molto lenta causa le condizioni sanitarie generali deficienti.
Uniformità e scarsità di alimentazione causano
tubercolosi e pellagra, soprattutto fra operai e contadini
certamente in condizioni di inferiorità rispetto alla
borghesia possidente. In questo clima sociale ed economico nacquero
inevitabili i primi contrasti ideologici fra cattolici e
liberali.
Ristabilita una certa pace sociale, il secolo XX apre con un
miglioramento della situazione: l'agricoltura si ammoderna;
scompare, con le risaie, la malaria; la nascita dell'industria apre
occasioni di lavoro. Passa la grande guerra, viene il fascismo e
con esso il Podestà (dal 1927 al 1942).
E ancora un'altra guerra mondiale, la Seconda; anche Caravaggio
offre alla Patria il suo tributo di sangue. L'ultima vittima
è una bambina uccisa il 26 aprile del 1945 nella camera da
letto, fra le braccia della madre che la stava svestendo, colpita
da un proiettile vagante di una mitragliatrice usata durante uno
scontro fra tedeschi e americani in pieno centro cittadino.